Condividere il lavoro di cura: azioni femministe per città non sessiste

 

di Florencia Andreola e Azzurra Muzzonigro

Sven Ivar Lind, Casa collettiva Marieberg, Interno con adulti e bambini nella sala da pranzo, 1944. © ArkDes

Abstract
I progetti per la città e per gli spazi dell’abitare possono rispondere ai bisogni di vita quotidiana delle persone che si fanno carico del lavoro di cura? Il saggio analizza la relazione tra spazio domestico e genere femminile nella storia, per disvelare il processo di “femminilizzazione” delle case che ha storicamente costretto le donne nelle loro case a svolgere un lavoro invisibilizzato e non retribuito. A partire dalla fine dell’800, diverse furono le proposte progettuali elaborate e realizzate dalle attiviste e femministe, orientate verso la liberazione delle donne dal lavoro riproduttivo: dalle case senza cucina, agli hotel residenziali, lo spazio domestico è stato oggetto di sperimentazioni che hanno condotto alle realizzazioni di case collettive, soprattutto nei paesi nordici, anticipatrici delle più congeniali e contemporanee forme di abitare collaborativo.

Andreola F., Muzzonigro A., Condividere il lavoro di cura: azioni femministe per città non sessiste, in «DEP Deportate, Esuli, Profughe – Rivista telematica sulla memoria femminile», Università Ca’ Foscari di Venezia, n. 51, 06/2023 – Numero monografico “Femminismo e spazi urbani”, pp. 1-23.